In occasione del loro decennale, nel 1955, le Acli avrebbero desiderato la consacrazione del 1 maggio a Gesù Divino Lavoratore e non, come fece Pio XII, a San Giuseppe artigiano.
Il sant’Uffizio, come racconta padre Aurelio Boschini, impedì l’assegnazione per evitare strumentalizzazioni classiste.
E sì che molti vescovi e parroci aclisti, in previsione dell’evento, avevano già intitolato nuove chiese a “Cristo divino Lavoratore” o “Gesù divino Lavoratore” (che oggi ancora troviamo in tutta Italia).
Non solo. Da tempo le Acli producevano santini dedicati a Gesù Lavoratore e addirittura a Gesù Cristo Divino Operaio, con apposite preghiere riportate anche nei libretti dedicati ai lavoratori stampati dalla sede centrale.
Inoltre le pubblicazioni delle Acli, prima fra tutte Azione Sociale, avevano intrapreso una intensa attività di promozione e documentazione sulla figura di Cristo Lavoratore, animata in particolare dall’assistente centrale monsignor Luigi Civardi.
Le Acli tentarono ancora di avere un “Cristo lavoratore” l’anno successivo, il 1956, in occasione della festa del 1° maggio internazionale dei lavoratori.
Mons. Montini, divenuto nel frattempo arcivescovo di Milano, benedì la statua del “Gesù divino Lavoratore”, alta 135 cm, in bronzo dorato, realizzata da Enrico Nell Breuning.
La statua partì da piazza Duomo in elicottero per arrivare sul sagrato della basilica di San Pietro, accolta proprio da Pio XII, alla finestra del suo appartamento (in verità venne trasportata a Linate, da lì spedita a Ciampino e di nuovo sollevata da un piccolo elicottero per arrivare nel cuore di Roma).
L’immagine della statua trasportata dall’elicottero ispirerà anche una sequenza del film “La dolce vita” di Federico Fellini, girato nel 1960.
Il giorno successivo (2 maggio 1956) una “delegazione intercontinentale”, guidata dal vicepresidente nazionale delle Acli Alessandro Buttè, si recò in udienza dal Papa per la benedizione della statua che, secondo il racconto di monsignor Luigi Civardi, venne salutata dal pontefice come immagine di San Giuseppe.
Civardi racconta che, a seguito di una sua coraggiosa precisazione, Pio XII semplicemente riconobbe: “Si, ecco, Divino Lavoratore può essere accettato”.
Anche sulla base del racconto dell’assistente centrale delle Acli, è evidente che l’equivoco fu molto marginale. Ne fa fede la cronaca dell’avvenimento raccontata nei giorni successivi da “Il giornale dei lavoratori” delle Acli di Milano e, in particolare, quella foto (qui di seguito) che vede il gruppo dirigente delle Acli e Pio XII attorno alla statua di Breuning. La didascalia recita testualmente: “Giunta a Roma, in elicottero, la statua di Cristo Lavoratore, è stata presentata al Santo Padre da una rappresentanza dei lavoratori dei vari continenti nella sala del tronetto. Il Sommo Pontefice si è particolarmente compiaciuto del dono e ne ha nuovamente sottolineato il profondo significato intrattenendosi poi cordialmente coi presenti”. Proprio in quel “profondo significato” stava la passione delle Acli per la figura di Gesù Lavoratore.
La statua venne successivamente destinata all’erigenda chiesa romana intitolata proprio a Gesù divino Lavoratore, voluta e finanziata dalle Acli (a meno di un chilometro dalla attuale sede nazionale di via Marcora).
Quasi sicuramente il Cristo non fu mai portato nella nuova chiesa. In un volume che raccoglie la storia della parrocchia non se ne fa cenno. Testimonianza dirette lo ricordano nei magazzini della sede di via Monte della Farina e, poi, di via Marcora.
Recuperata dai sotterranei della sede nazionale, la statua venne portata ed esposta vicino all’altare in piazza S. Pietro il 1 maggio 1995 in occasione dei 50 anni delle Acli e della Messa celebrata da Giovanni Paolo II.
La statua di Gesù Divino Lavoratore fu portata nuovamente in piazza San Pietro il 1 maggio del 2005 quando Papa Benedetto XVI si rivolse alle Acli durante l’Angelus: il baldacchino che la trasportava venne alzato proprio quando il Papa salutava i rappresentanti dell’associazione.
Tornata in sede nazionale, la statua ebbe diverse collocazioni. Qui, per alcuni anni, finì addirittura per essere identificata con San Giuseppe.
Il 23 maggio 2015, nel corso dell’incontro in Aula Nervi con Papa Francesco, il pontefice è tornato ad avere accanto a sè quella che le Acli hanno nuovamente ricordato essere, sulla base di documenti storici inviati anche alla Santa Sede in preparazione dell’udienza, la statua di Gesù Divino Lavoratore.
Sulla figura di Gesù Lavoratore e della statua delle Acli “La Civiltà Cattolica” (che, come è noto, prima della pubblicazione è sottoposta all’approvazione della Segreteria di Stato Vaticana) ha pubblicato, anche grazie ad un nostro piccolo contributo citato in nota, un interessante e documentato articolo che trovate QUI.