Domenica 13 e lunedi 14 maggio 1951 le Acli celebrano a Roma i 60 anni della “Rerum Novarum”, l’enciclica promulgata da papa Leone XIII sui temi sociali.
Per l’occasione le Acli coniano una nuova medaglia ed affidano l’opera all’incisore pontificio Aurelio Mistruzzi.
L’artista udinese. scultore e incisore, ha già realizzato la medaglia in bronzo voluta da Gioventù Aclista in occasione del II congresso nazionale del dicembre 1950. Ma soprattutto, oltre ad altri lavori, realizzerà poi la prestigiosa medaglia ufficiale commemorativa del XVIII anno di papato di Pio XII, dedicata all’omaggio dei lavoratori cristiani al pontefice del 1 maggio 1955.
La medaglia per il sessantesimo anno della “Rerum Novarum” non è in metallo nobile e non ha dimensioni importanti. E’ pensata per essere appuntata con lo spillone su giacche e vestiti durante le celebrazioni e, per questo, viene realizzata in lega leggera. Purtroppo questa sua economicità di realizzazione ha deteriorato la gran parte degli esemplari ancora esistenti ed anche quella che siamo riusciti ad acquisire non è perfetta. Forse proprio per questa sua dimensione “economica” non è firmata dall’autore.
Resta in ogni caso una delle medaglie più rare delle Acli se non la più rara.
I momenti centrali della manifestazione di domenica, che vede affluire a Roma 50mila aclisti e lavoratori cristiani, sono la messa e il discorso di Pio XII nella basilica di San Pietro e il discorso dell’on. Amintore Fanfani al teatro Adriano.
“Noi offriamo il santo Sacrificio – dice il papa agli aclisti laziali, gli unici che, per questioni di capienza, si è scelto di far affluire in basilica e già la riempiono – come impetrazione di grazie per suggellare e confermare in voi, lavoratori cattolici, la fedeltà al programma sociale della Chiesa. Questo programma riposa su tre solide colonne: verità, giustizia, amore cristiano. Qui, sulla tomba del Principe degli Apostoli, adunati intorno al suo Successore, esprimete la solenne promessa di lasciarvi sempre guidare nella vostra condotta da quei tre valori fondamentali e di tendere con immutata costanza verso quei fini, che il Vicario di Cristo vi addita per il vostro bene e per la felicità vostra e delle vostre famiglie. Siete voi pronti?”. Come diremmo oggi: bella domanda.
Alla fine della messa vengono presentati al papa i doni delle Acli che, come abbiamo detto, arrivano dalle sedi Acli del Lazio. Come si vedrà meglio, e più in grande, in occasione del decennio nel 1955, i Circoli e i Nuclei lavoratori si sbizzarriscono. Le tabacchine di Cave si presentano in più di 500 con “uniformi color nicotina”; il Circolo di Olevano, composto in gran parte da agricoltori, porta l’emblema di un enorme grappolo d’uva e una donna dona al pontefice una botticella di vino.
La scelta del relatore ufficiale del programma civile è invece singolare. Fanfani ha terminato il suo incarico di ministro del lavoro e della previdenza sociale nel V Governo De Gasperi, che si è concluso nel gennaio del 1950. Ma non ha incarichi nel nuovo Governo, sempre a guida De Gasperi, in carica alla data delle celebrazioni, dove il suo precedente ministero è assegnato al democristiano Achille Marazza. E’ dunque un semplice parlamentare, benchè il suo peso non sia certo irrilevante.
Probabilmente le Acli, con questa scelta, vogliono rendere evidente un legame con il politico valtiberino che dura nel tempo a prescindere dagli incarichi. Fanfani in qualche modo accompagna, da esterno, la nascita delle Acli ed è da subito un personaggio di riferimento a livello di partito e di governo.
Ricordiamo la scelta di averlo come relatore “sulla cassetta” anche al famoso “Grande convegno aclistico interregionale” che si tiene nell’aprile del 1949 a Imola. Ne abbiamo parlato QUI.
In rappresentanza del Governo partecipa alle manifestazioni il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giulio Andreotti.
Nel pomeriggio di lunedi 14 maggio si svolge un’altra cerimonia per i 60 anni della “Rerum Novarum” presso la basilica di Massenzio e, dopo l’intervento del Presidente nazionale delle Acli Ferdinando Storchi, prendono la parola i rappresentanti delle associazioni di lavoratori cristiani venuti a Roma da tutto il mondo: Belgio, Olanda, Irlanda, Austria, Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Brasile, Canada (nelle cronache ancora detto “Canadà”).
In serata si celebra un altro straordinario evento che richiama, precedendolo, quello più famoso che vide protagonista papa Giovanni XXIII con lo straordinario “Discorso della luna” dell’11 ottobre 1962.
Anche le Acli organizzano infatti una grande fiaccolata notturna.
Dalla basilica i lavoratori muovono verso piazza San Pietro con le torce accese e arrivano alle ore 21. Il pontefice, anche se non previsto nel programma ufficiale, si affaccia alla finestra del suo appartamento privato e benedice i lavoratori. Ma non finisce qui. In molti punti della piazza si accendono dei bengala e la folla reclama a gran voce un nuovo saluto del papa. Ecco che la finestra d’angolo del palazzo apostolico si apre ancora e Pio XII benedice nuovamente la folla che si inginocchia. Il papa si ritira ma i canti, le fiaccole e le acclamazione lo inducono ad uscire addirittura una terza volta per rispondere al saluto della folla. Un episodio che rimarrà nei ricordi di tutti gli aclisti presenti.
Le celebrazioni per i 60 anni della “Rerum Novarum” impegnano le Acli, oltre che per gli eventi centrali, anche per la grande richiesta di dirigenti alle manifestazioni che si svolgono in tutta Italia. Visto che il vero anniversario cadrebbe il 15 (e non il 13, che viene preferito perché festivo), l’associazione fissa per quella data la festa in tutti i Circoli.
Gronchi, Rubinacci, Rapelli, Battistella, Svidercoschi, Rovigatti e Penazzato, insieme a molti altri dirigenti, si dividono la partecipazione alle prime iniziative: Modena, Torino, Formia, Trieste, Verona, Caserta, Latina, Cosenza, Catanzaro, Anagni, Cittadella, Chieti, Palermo, Aprilia, Trapani, Termoli, Milano, Vicenza, Firenze, Siracusa, Caltanissetta, Carbonia, Agrigento, Chioggia, Fidenza, Chiavari e altre ancora.
Le celebrazioni delle Acli per i 60 anni della Rerum Novarum sono però funestate da una gravissima sciagura. Due pullman gremiti di aclisti si scontrano sulla strada per Roma e uno precipita nel burrone. Il bilancio è pesante: muoiono due uomini, Paolino Cenci e Francesco Felici, e una donna, Luisa De Propris, provenienti dal Circolo Acli di Gerano, borgo laziale a est di Roma. Si registrano anche 17 lavoratori feriti che vengono trasportati all’ospedale di Tivoli. Le Acli di Roma provvedono ad inviare urgentemente un chirurgo in appoggio alla locale equipe medica.
Immediatamente le Acli centrali si attivano lanciando una sottoscrizione in favore delle famiglie dei deceduti, due dei quali lasciano rispettivamente 5 e 9 figli. Alla raccolta partecipano non solo Circoli e sedi provinciali ma anche politici, religiosi, sindacalisti e aziende.
La presidenza centrale delle Acli versa subito 100mila lire (circa 4mila euro odierne) e subito dopo arrivano le 2mila lire di Penazzato, altrettante da Battistella e da Cuchel, le 5mila lire della sede di Potenza e quelle della sede di Latina, le 50mila del comitato provinciale delle Acli di Roma e così avanti.
Figurano nell’elenco 10mila lire del ministro del Lavoro Marazza, 50mila del Segretario della Cisl Pastore, 20mila euro dell’amministratore delegato della Cisa Viscosa, 10mila lire dalla direzione generale della Rai, 20mila lire dal sindaco di Roma Rebecchini, 70mila lire dal personale dell’Istituto di previdenza sociale, 20mila dal Nucleo Acli dell’Istituto centrale di statistica, 10mila lire dal ministro Ezio Vanoni, 100mila lire dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni, 10mila dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e via via, con differenti possibilità, dalle sedi provinciali, dai Circoli e dai Nuclei di tutta Italia.
Alla fine la somma raccolta arriva a 1 milione e mezzo di lire pari, in termini di potere di acquisto, ad oltre 60mila euro odierne.
Le Acli subiranno un altro lutto nazionale il 16 aprile del 1972, al termine del Congresso nazionale di Cagliari.
L’aereo della compagnia Ati, diretto a Foggia con diciotto occupanti a bordo, ventuno minuti e quarantanove secondi dopo il decollo, si schianta al suolo a Ardinelli di Amaseno, in provincia di Frosinone. Non c’è nessun superstite. Perdono la vita anche l’ex presidente provinciale delle Acli di Foggia Dario Curatolo e il responsabile di Gioventù Aclista Francesco Damone, che fanno ritorno a casa in serata dopo i lavori congressuali. La causa del disastro non verrà mai chiarita.