
Quella delle “Acli zuccherate” è un polemica che il quotidiano del Partito Comunista Italiano L’Unità apre contro le Acli nell’immediato dopoguerra.
Alla fine della seconda guerra mondiale, in Italia sono ancora molte le difficoltà nell’approvvigionamento di molti generi alimentari di prima necessità.
Le tessere per alcuni beni dureranno addirittura fino al 1949.
Nel febbraio del 1945 la commissione alleata e il governo italiano annunciano che la razione del pane per l’Italia liberata è portata a 300 grammi al giorno.
A metà del 1945 lo stipendio di un operaio si aggira sulle 8-10.000 lire: un chilo di pane costa intorno alle 45 lire, un chilo di manzo circa 400 lire e un chilo di zucchero addirittura 720 lire (l’equivalente dello stipendio di più di due giorni di lavoro).
E’ all’inizio del 1947, con i costi che ancora non tornano alla normalità, che una donazione di zucchero dei cattolici dell’Irlanda, arrivata alla Segreteria di Stato Vaticana, viene da questa girata alle Acli per la distribuzione ai propri soci.
Si apre così la feroce polemica de L’Unità (5 marzo 1947 “Acli zuccherate”, 6 marzo 1947 “Anche a Milano zucchero solo per le Acli”) contro asseriti favoritismi operati dall’associazione.
Scrive il giornale del Partito Comunista Italiano: “Significativi gli incidenti di sabato scorso a Perugia. Quel vescovado distribuiva una razione di zucchero esclusivamente ai soci delle Acli. Gli altri abitanti bisognosi della città, in prevalenza donne, si affollavano presso il Vescovado reclamando a gran voce la stessa razione di zucchero per tutti”.
Il giornale proseguiva, sarcastico: “Piano – fu loro risposto – lo zucchero è del Papa; ed il Santissimo Padre lo ha destinato ai suoi figli prediletti che ora sono i membri delle Acli”… C’è persona che insinua che si vogliono zuccherate le Acli perché siamo in periodo di elezioni sindacali”.
Le Acli rispondono alle accuse ricordando che il dono dei cattolici irlandesi non rientra nei quantitativi del tesseramento generale.
Secondo le disposizioni del Presidente nazionale Storchi, lo zucchero è destinato ai lavoratori delle Acli in ragione di un chilogrammo pro capite.