
Il primo decennio della vita delle Acli viene celebrato con l’immenso raduno in Piazza del Popolo a Roma del 1 maggio 1955.
Gli aclisti arrivano a Roma con ogni mezzo: per via della concomitanza con la Mille Miglia automobilistica, che blocca la via Flaminia, il genio militare realizza per la carovana delle Acli addirittura un viadotto provvisorio (con relative polemiche de L’Unità che in prima pagina titola “Un ponte a spese dello Stato per il raduno delle Acli”).
La manifestazione, organizzata da mesi in ogni dettaglio, si compone di due distinti momenti.
Il primo è a Piazza del Popolo, dove si celebra la messa. Qui il Presidente nazionale Dino Penazzato pronuncia un memorabile intervento.
Nel suo intervento Penazzato citerà anche lo storico passaggio delle “tre fedeltà”.
I lavoratori cristiani si trasferiscono poi a Piazza San Pietro.
Ben 37 vescovi accompagnano il corteo delle Acli e, tra loro, l’arcivescovo di Milano, monsignor Montini.
Pio XII rivolge alla folla festante un forte discorso. Le cronache dell’Istituto Luce parlano di 400mila persone presenti.
Parla il Papa: “Poco più di dieci anni or sono, l’11 marzo 1945, in un momento delicato della storia della Nazione italiana, e specialmente della classe lavoratrice, Noi ricevemmo per la prima volta in Udienza le Acli. Sappiamo, diletti figli e figlie, che voi tenete in grande onore quel giorno, in cui aveste il pubblico riconoscimento della Chiesa, la quale, nel lungo corso della sua storia, è sempre stata premurosa di corrispondere alle necessità dei tempi, ispirando ai fedeli il pensiero e il proposito di unirsi in particolari Associazioni a tale scopo. Così le Acli entrarono in scena, con l’approvazione e la benedizione del Vicario di Cristo”.
E’ per questo motivo che il decennale delle Acli cade nel 1955 (e così, a cadenza, anche le ricorrenze seguenti) e non l’anno precedente, riferendosi alle prime riunioni preparatorie del 1944 che, evidentemente, dagli stessi fondatori non furono ritenute occasione di nascita ufficiale dell’associazione.
Il Papa affronta poi un passaggio che rimarrà storico, quello rivolto ai “cosiddetti «delusi» fra i cattolici italiani”.
Infine Pio XII offre alle Acli lo straordinario regalo del 1 maggio cristiano dedicato a San Giuseppe Artigiano.
Quando il Papa scende nella piazza, al suo cospetto viene recitata la Promessa del lavoratore cristiano: “Per questo solennemente promettiamo: di dedicare le nostre energie al movimento operaio cristiano, che unisce in fraterna collaborazione tutti i lavoratori per la loro elevazione materiale e spirituale, secondo i principi del cristianesimo … di ispirarci costantemente agli eterni principi evangelici, secondo gli insegnamenti della chiesa, in tutte le sante battaglie per la difesa della civiltà cristiana e per l’edificazione di un migliore ordine sociale … di affermare apertamente in ogni momento e in ogni ambiente di lavoro, la nostra fede cattolica, la nostra fedeltà alla chiesa maestra di giustizia e protettrice dei deboli, e il nostro amore filiale e riconoscente per il vicario di Cristo in terra”.
Gli aclisti offrono come dono al Papa i frutti della terra e del lavoro dell’uomo, compresi gli strumenti industriali: dalla motocicletta alla lampada dei minatori, dalla campana alle ceste di frutta, dal peschereccio al trattore, quest’ultimo su un camioncino, si racconta, guidato da un giovane Livio Labor.
Il grande evento del 1955 per il primo decennio delle Acli rimane, ad oggi, la più importante manifestazione della storia dell’associazione.
La medaglia ufficiale commemorativa del XVIII anno di papato di Pio XII sarà dedicata all’omaggio dei lavoratori cristiani al pontefice del 1 maggio 1955.