Le Acli di Palermo hanno avviato una class action contro il blocco della perequazione della pensione.
“Dal momento che ogni strumento giuridico interno di riconoscimento del diritto alla rivalutazione della pensione è stato esaurito – commentano alle Acli – non resta che ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, la Cedu”.
Lo scorso dicembre, con la sentenza n. 250/2017, la Corte Costituzionale si è infatti espressa sul cosiddetto Decreto Pensioni che nel 2015 ha reintrodotto il blocco della perequazione sulle pensioni superiori a 1.088,00 euro, per gli anni 2012 e 2013.
La nuova sentenza della Consulta apre le porte al ricorso Cedu per la violazione del principio del giusto processo, un principio di diritto per il quale l’Italia è già stata richiamata al rispetto dalla Corte Europea per i Diritti Umani per altre vicende.
“I soggetti aventi diritto che possono aderire al ricorso CEDU – spiega l’avvocato delle Acli FrancescoTodaro – sono tutti coloro che sono andati in pensione prima del 31 dicembre 2011 e prima del 31 dicembre 2012 e hanno percepito un importo della pensione per il 2012 superiore a € 1.405,05 lordi (pari a circa €. 1.088,00 netti) e per il 2013 superiore a €. 1.443,00 lordi (pari a circa €. 1.117,00 netti). Con il riconoscimento del ricorso, la Cedu restituirebbe ai pensionati, il diritto a ricevere tutti gli arretrati della rivalutazione dell’assegno pensionistico del 2012/2013, pari a un valore che può variare da 8.000 a 25.000 euro”.
“L’accesso al ricorso – afferma ancora il legale – è aperto sia a coloro i quali hanno a suo tempo inviato la lettera di messa in mora all’Inps, sia a coloro i quali non l’hanno fatto, ma possono recuperare i ratei del 2013 non ancora prescritti”.
Sono numerose le adesioni degli aventi diritto già pervenute all’associazione. Per informazioni basta rivolgersi alla sede provinciale delle Acli di Palermo, in via Trapani n. 3 oppure telefonare allo 091 743 4702 ″.