Le Acli provinciali di Cuneo si schierano a fianco di tutte le forze imprenditoriali e politiche della provincia e di tutti i cittadini che si battono per la realizzazione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo del territorio e in particolare per il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo.
L’incontro del 26 settembre a Roma di una delegazione di sindaci, parlamentari e rappresentanti del Patto per lo sviluppo con il ministro dei trasporti e infrastrutture Toninelli, sembrava aver aperto spiragli di speranza, ma poi tutto si è nuovamente bloccato e la situazione è in stallo da mesi.
Dopo la riunione del Cipe del 17 gennaio scorso, in cui per l’ennesima volta l’Asti-Cuneo non è comparsa tra i punti all’ordine del giorno, il rischio per la regione di perdere l’opera si fa sempre più consistente.
“I numerosi appelli rivolti al ministro da amministratori e parlamentari, gli incontri con i sindaci, le manifestazioni organizzate – dice il presidente provinciale delle Acli Marco Didier – non hanno prodotto risultati e, di fatto, il Governo ha bloccato l’opera“.
“Siamo veramente preoccupati – prosegue Didier – e anche fortemente contrariati, in particolare, dal silenzio del ministro, che non si è più espresso riguardo all’A33, né con il territorio né, a quanto risulta, con il consiglio di amministrazione della concessionaria. Mancano solo 9,5 km di autostrada dal 2012 e devono essere completati: da 40 anni l’opera va avanti a singhiozzo e ora è giunto il momento di finirla”.
L’immobilismo nel campo delle infrastrutture della provincia di Cuneo e del Piemonte, secondo le Acli, penalizza fortemente il territorio.
Se non si correrà rapidamente ai ripari, con delle decisioni certe e chiare, sostiene l’associazione, aumenterà sempre di più il suo isolamento, con conseguenze deleterie per l’economia e lo sviluppo dell’intera area.
“Auspico fortemente che la situazione si evolva al più presto in modo positivo – conclude Didier – e per questo, le Acli provinciali sosterranno le forze politiche e i cittadini che vorranno far sentire la loro voce”.