“I circoli ricreativi presenti sul territorio,spesso nei piccoli paesi di montagna o collina costituiscono spesso l´unico momento di aggregazione sociale, culturale, di incontro per chi vive in queste zone, per i pensionati e gli anziani. Considerare i circoli associativi come veri e propri bar rischia di farne chiudere tanti”: le Acli e la Fap di Grosseto rispondono così alla Confcommercio di Grosseto circa il trattamento tributario dell’attività di gestione di un bar da parte di un ente “non lucrativo”.
Come è noto, la Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza della sezione Tributaria del 13 giugno scorso, ha qualificato, ai fini del trattamento tributario, come “commerciale” l’attività di gestione di un bar da parte di un ente “non lucrativo quando tale prestazione non è strumentale al raggiungimento dei fini istituzionali dell’ente anche se svolta esclusivamente in favore degli associati”.
“Nei nostri circoli – spiega il presidente provinciale della Federazione anziani e pensionati Acli di Grosseto Vittorio Giovani – si può giocare a carte, fare mostre, cene sociali per gli iscritti a prezzi modici e concordati. Attività, in effetti, difficilmente fattibili nei bar tradizionalmente intesi, che sono attività commerciali.Basta rispettare le regole, l´entrata riservata si soci, la tenuta cronologica delle fatture, il rispetto delle norme igienico sanitarie”.
Su queste materie e problematiche le Acli e la Fap di Grosseto organizzeranno, ad agosto, presso il circolo delle Acli di Murci, frazione di Scansano, un convegno sulla materia, cui saranno presenti i coordinatori provinciali e regionali dell’associazione ed il componente della Segretaria nazionale della Fap Paolo Formelli.