“Arezzo negli scenari post-crisi. Vincoli, transizioni e opportunità in una provincia industriosa”: questo il tema dell’iniziativa delle Acli provinciali svoltasi nei giorni scorsi al palazzo vescovile di Arezzo.
Il convegno, frutto della collaborazione delle Acli con la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, ha fatto perno sulla presentazione di un dossier elaborato dall’Iref, Istituto di Ricerche Educative e Formative, per analizzare la situazione socio-economica aretina a confronto con il più complessivo quadro regionale e nazionale.
Il dossier propone prevalentemente tre ambiti di studio: la riconversione in atto nel settore manifatturiero, l’impatto sociale della recente crisi e i problemi legati alla marginalizzazione delle fasce meno abbienti della popolazione.
Ad emergere è la tenuta complessiva del sistema socio-economico aretino rispetto al resto della penisola, con le famiglie e le imprese che sono riuscite a reggere l’urto della crisi.
Questo sforzo non è però bastato ad arginare fenomeni preoccupanti come le difficoltà del settore manifatturiero (soprattutto dell’edilizia), la riduzione della spesa sociale da parte degli enti locali e l’invecchiamento demografico.
Il convegno, moderato dal vicepresidente delle Acli provinciali Leonardo Nepi, si è aperto con i saluti del vescovo Riccardo Fontana e del presidente delle Acli Stefano Mannelli.
La ricerca per l’Iref è stata poi illustrata dal sociologo Cristiano Caltabiano.
Dopo l’intervento conclusivo del vice presidente nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia, si è aperta una fase di dibattito in cui sono state coinvolte le realtà economiche e associative del territorio, per strutturare proposte concrete per favorire la ripresa dell’economia e per prevedere i futuri assetti della provincia.
“Il lavoro e la famiglia – ha spiegato il presidente delle Acli Stefano Mannelli– sono alla base della mission della nostra associazione. Insieme alla Diocesi abbiamo voluto avviare una riflessione seria e rigorosa per individuare proposte e soluzioni adeguate, e per impostare uno sviluppo equo e sostenibile per i prossimi anni della nostra provincia”.