Le Acli di Piacenza hanno scritto una lettera aperta a tutti i Sindaci della provincia per sollecitare il rispetto della normativa regionale in materia di apertura di sale slot e sale scommesse.
Per porre un limite alla diffusione del gioco d’azzardo, infatti, la Giunta della Regione Emilia Romagna, con una delibera del giugno 2017, aveva posto alcuni limiti stabilendo, tra l’altro, il divieto della presenza di sale gioco e di installazione di nuovi apparecchi per il gioco d’azzardo entro i 500 metri di distanza dai cosiddetti “luoghi sensibili”.
Entro sei mesi i Comuni avrebbero dovuto eseguire una mappatura delle attività ricadenti nella zona di rispetto e, successivamente, dare applicazione alla delibera.
Nei confronti delle sale gioco e scommesse si sarebbe dovuto comunicare l’avviso di chiusura mentre per gli altri locali che ospitano le “macchinette”, come ad esempio i bar, si sarebbe dovuto vietare il rinnovo dei contratti.
“I tempi – scrive il Presidente delle Acli di Piacenza Roberto Agosti ai Sindaci – sono scaduti e pertanto Le chiedo se ha provveduto a dare seguito a quanto deliberato nell’ordinanza regionale e qual è la situazione attuale nel suo Comune”.
“E’ evidente – prosegue la lettera delle Acli – che questo è solo un primo passo, sicuramente insufficiente per una valida azione di contrasto al gioco d’azzardo, per cui le chiedo anche se e quali altre misure intende adottare”.
Il gioco d’azzardo patologico è un fenomeno che coinvolge circa il 4% degli italiani e la spesa è in continuo aumento: nel 2018 ha raggiunto la considerevole cifra di 107,3 miliardi di euro, con un incremento del 5,6% rispetto al 2017.
Le Acli ricordano ai Sindaci che a Piacenza e provincia, per tutte le tipologie di gioco d’azzardo, nell’anno 2017 sono stati spesi 497.710.702 euro (fonte Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) e si stima che siano oltre 3000 le persone coinvolte.
Per informazioni: sito delle Acli di Piacenza