
Un documento che dimostra il fallimento delle politiche sanitarie lombarde durante l’emergenza da coronavirus: lo hanno presentato le Acli di Milano e le Acli della Lombardia dopo un’analisi seria ed accurata del sistema sanitario italiano e lombardo alla luce della pandemia.
Nel documento vengono illustrate le principali riforme regionali che hanno portato a non avere presidi territoriali, sia di prevenzione che di cura, durante la pandemia.
“Emergono – spiega il presidente provinciale delle Acli di Milano Paolo Petracca – rilievi critici molto importanti che denunciano carenze che abbiamo già rilevato in passato e diverse scelte sbagliate fatte in questo periodo”.
“Oltre a suggerire la strada di alcune scelte e di alcune riforme – prosegue il presidente delle Acli milanesi – riteniamo che sarebbe opportuno che chi ha compiuto scelte sbagliate traesse le conseguenze politiche dei propri atti. Chiediamo un cambio di rotta che riaffermi il principio costituzionale della universalità del diritto alla salute. Non sono più tollerabili politiche sanitarie che rispondano a esigenze del mercato e del profitto che prevalgono su quelle del bene comune”.
“Alle gravi mancanze – è scritto nel documento delle Acli milanesi e lombarde – si sono aggiunte scelte incomprensibili e scellerate. Possiamo citare quella di decongestionare gli ospedali con la delibera dell’8 marzo che disponeva “l’individuazione da parte delle Ats di strutture autonome dal punto di vista strutturale (…) strutture della rete sociosanitaria (ad esempio Rsa) da dedicare all’assistenza a bassa intensità dei pazienti Covid positivi”. Oppure quella di ritenere la persona anziana non oggetto di tutela al pari di una persona non anziana, come di fatto sancito con la delibera del 30 marzo che disponeva che “in caso di età avanzata – ultra75enni e presenza di situazione di precedente fragilità (..) è opportuno che le cure vengano prestate nella stessa struttura”.
“L’emergenza coronavirus – affermano le Acli – ha mostrato quanto la questione della salute non sia un tema legato al singolo individuo, ma di fatto sia un tema di comunità e di territorio, in buona sostanza una questione pubblica. L’aver gradualmente spostato, in questo ultimo ventennio, il tema della salute da questione pubblica a soluzione individuale, è probabilmente uno dei motivi, certamente non il solo, per cui la Lombardia si è rivelata particolarmente vulnerabile nella gestione dell’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19. Il sistema sanitario è stato costruito intorno al concetto di assistenza centrata sul paziente, ma un’epidemia richiede un cambiamento di prospettiva verso un concetto di assistenza centrata sulla comunità”.
Il documento integrale lo trovate QUI