
Si intitola “Oltre la banalità apparente del referendum sulla riduzione dei parlamentari” il documento approvato dalle Acli di Milano in vista della consultazione del 20 e 21 settembre prossimi.
Nei due giorni, in concomitanza con il voto di molte regioni, si celebrerà il referendum per la conferma della legge costituzionale sulla diminuzione dei parlamentari.
Secondo le Acli milanesi, “la riduzione dei costi è un marginale effetto collaterale del vero obiettivo di fondo della riduzione perseguito dal Movimento 5 Stelle, non limitato ad un più complessivo disegno di riforme costituzionali «puntuali e mirate che possono produrre cambiamenti radicali, senza distruggere le garanzie a tutela di tutti e senza complicare ulteriormente e inutilmente i processi amministrativi, bensì di spostare il fulcro della decisione politica dal Parlamento al Popolo, o meglio al Corpo elettorale, in conformità al dichiarato intento di questo movimento politico di preferire la democrazia diretta nella forma digitale a quella rappresentativa”.
La riduzione dei parlamentari, secondo le Acli milanesi, parrebbe collegata strattamente alla introduzione del referendum legislativo che per i suoi promotori sarebbe funzionale all’allargamento degli spazi di democrazia, andando così “a disegnare un’architettura di tipo “binario”, nell’ambio della quale la produzione legislativa sarebbe affidata contestualmente sia all’assemblea parlamentare sia al corpo elettorale“.
In questo quadro, si comprende l’importanza che riveste la legge elettorale che dovrebbe assicurare una rappresentanza adeguata a tutti i territori, oltre che essere in grado di consentire adeguata rappresentatività alle diverse, anche minoritarie, opzioni politiche. “Quindi – dice il documento delle Acli di Milano – non appare irragionevole la richiesta del Pd che almeno – ipotesi del tutto minimalista – uno dei rami del Parlamento approvi prima del referendum la nuova legge elettorale ispirata alle finalità appena richiamate”.
“Le Acli Milanesi – conclude il testo in vista della consultazione – ritengono che la legge di riforma costituzionale sottoposta a referendum popolare confermativo restringa la rappresentanza popolare e non affronti alcuni importanti problemi strutturali della nostra architettura costituzionale: quali la necessità del superamento del bicameralismo perfetto nell’iter di produzione legislativa, che oggi sembra rappresentare più un limite ed un ostacolo alla centralità del Parlamento e la necessità di adottare un sistema elettorale che consenta la rappresentanza e l’espressione delle identità culturali e politiche ma che al contempo garantisca maggioranze stabili in grado di sostenere azioni riformatrici di ampio respiro che l’instabilità politica renderebbe impossibile”.
“È tuttavia possibile – dicono ancora le Acli di Milano che il referendum possa svolgere una funzione positiva se non viene considerato un punto di arrivo ma un passaggio verso una riconsiderazione dei meccanismi parlamentari e del loro rapporto con l’attività del governo. Ciò dipenderà dall’affermarsi di un’attitudine positiva in questo senso fra le forze politiche di maggioranza ma anche di opposizione”.
In ogni caso “le Acli continueranno, a partire dal dibattito congressuale in corso, a mettere al centro la riflessione sulla partecipazione dei cittadini al sistema democratico e sulla funzionalità delle istituzioni nel rispondere ai bisogni e alle attese dei cittadini, continuando il loro originale percorso di pedagogia sociale intrapreso dalle origini e rilanciato trent’anni fa con il XVII Congresso nazionale”.
Il documento integrale delle Acli di Milano sul referendum è consultabile QUI