La storia di un umile combattente montanaro: il Circolo Acli “Achille Grandi” di Ascoli Piceno, in occasione del 25 Aprile, pubblica un video sulla storia di don Sante Nespeca, prete partigiano, fondatore delle Acli nel Piceno ed a lungo assistente spirituale dell’associazione.
Il video verrà diffuso in contemporanea anche dall’Istituto di storia del movimento di liberazione delle Marche nell’ambito dell’iniziativa nazionale dell’Istituto Parri “Raccontiamo la Resistenza”.
Don Nespeca è personaggio riconosciuto della Resistenza picena, insignito della Medaglia d’oro al Merito Civico dal ministero dell’Interno e della Medaglia e del diploma di Benemerenza dal rabbino di Milano.
Fedele collaboratore del vescovo monsignor Ambrogio Squintani, che salvò Ascoli Piceno dai bombardamenti e diede rifugio a famiglie ebree inviategli da monsignor Montini, don Sante opera nelle zone montane dell’entroterra su precise e segrete istruzioni ricevute dalla curia vescovile in favore dei perseguitati.
Nella sua casa a Castel di Croce, sotto il monte Ascensione, viene installata la postazione radiotrasmittente del colonnello Styvel e, per un certo periodo, lì si stabilisce anche il comando partigiano della formazione guidata dal sottotenente piemontese della Guardia di finanza Gianmario Paolini, con un piccolo arsenale.
Nel corso delle spedizioni punitive nazi-fasciste a Rovetino e Castel di Croce del 9 e 12 marzo 1944 don Sante rimane leggermente ferito ma vede cadere alcuni suoi compagni valorosi.
Il sacerdote partecipa anche ad una straordinaria opera di salvataggio concretizzata in quella che poi si chiamerà “rat line”. A partire dal 25 luglio 1943 dai campi di concentramento di Sforzacosta, Monte Urano e Servigliano, ondate di ex prigionieri inglesi, americani, canadesi e francesi si riversano verso la montagna attratti da una naturale difesa. Da lì vengono accompagnati sulla costa per essere trasferiti, con canotti e barche da pesca, sulle navi che si alternano al largo. Don Nespeca è spesso uno dei valorosi e coraggiosi accompagnatori.
L’opera della Chiesa durante la guerra diventa il tema centrale dei capolavori in mosaico del Gaudenzi nella cripta della cattedrale di Ascoli Piceno, voluti dal vescovo Squintani.
Nel pannello che reca a titolo “La Messa al campo”, accanto alla singolare raffigurazione dei partigiani con il fucile ed il fazzoletto rosso al collo (presenza sicuramente unica in un luogo di culto), l’artista Pietro Gaudenzi pensa di ritrarre proprio don Sante nella figura del celebrante, ma l’interessato declina l’invito: l’artista, senza ulteriori indugi, comunque lo ritrae di spalle sull’altare.
Finita la guerra, i vescovi della provincia, nell’adunanza a San Benedetto del Tronto del 2 luglio 1945, lo nominano assistente dei lavoratori cristiani. Per tredici anni, dal 1945 al 1958, sarà fedele servitore dell’associazione, rimanendo poi vicino anche negli anni a venire.
Don Sante muore a Roma il 23 dicembre 1986. Le spoglie riposano nella sua Castel di Croce.
Qui, il 10 giugno 2018, su iniziativa del Circolo Acli “Achille Grandi” di Ascoli Piceno, è stato intitolato al sacerdote il belvedere, uno spazio che ospita anche il monumento ai caduti della Resistenza che proprio don Nespeca volle fosse realizzato.
Il video sarà visibile dal 25 aprile QUI.