E’ scomparso all’età di 85 anni Mario Paron, tra i fondatori delle Acli di Trieste, di cui fu presidente provinciale dal 1964 al 1972. Era poi divenuto direttore dell’Enaip provinciale e successivamente di quello regionale del Friuli Venezia Giulia.
Paron, che aveva perso la moglie solo pochi giorni fa, lascia un segno indelebile nella storia delle Acli triestine e friulane.
“È stato per me un riferimento costante – scrive Tarcisio Barbo, già presidente provinciale delle Acli di Trieste – nel mio impegno sociale che praticamente ho iniziato con lui sessant’anni fa. Le Acli furono la nostra esperienza di vita in comune: e poi il suo Enaip che per lui ha voluto dire continuare a guardare alla formazione dei lavoratori e dei giovani con dedizione e impegno straordinari”.
“Anche la sua esperienza di consigliere comunale con la Giunta Spaccini – prosegue Barbo – si era caratterizzata per dare applicazione al suo ruolo di presidente delle Acli: l’attenzione al territorio i cui rioni aveva riempito di circoli e il mondo del lavoro con la particolare evoluzione del sindacalismo locale con la nascita a Trieste della Cisl. Una visione delle lotte operaie e della politica che era stata condivisa con l’impetuosa azione associativa impressa da Livio Labor. Il tutto integrato con una profonda vita di fede vissuta fino all’ultimo”.
“Mario Paron – ha scritto l’ex presidente provinciale Stefano Decolle – è stato uno di quelli che hanno costruito Trieste nel dopoguerra partendo dai profughi, da chi non aveva casa, dalla gente nostra mettendo in piedi i servizi di mensa, di patronato, di formazione professionale e tutto quello che serviva”.
“Era un uomo d’altri tempi – prosegue Decolle – con l’etica della responsabilità: se c’è un impegno preso bisogna onorarlo, se devi fare un intervento senza distinzione, che sia in circolo o in congresso nazionale, devi scriverlo perché ”Livio (Labor) non interveniva mai a braccio… Ti te pensi de esser meio?”.
“Metteva soggezione Paron – ha scritto Marina Devescovi, anche lei dirigente delle Acli di Trieste – burbero, accigliato, deciso. All’inizio se sentivi dire “L’ha detto Paron” significava “Si fa e basta”. Poi l’ho conosciuto, pian piano ho capito quanto tenesse alle Acli e quanto si poteva imparare da tutte le esperienze. Piano piano, quando ha capito che potevamo essere il futuro della sua amata associazione, ci ha lasciato spazio, un po’ guardingo, ma pronto al consiglio e all’intervento se richiesto. Di persone come lui c’era sempre bisogno”.