
Il Consiglio regionale della Liguria ha approvato l’istituzione del Garante dei detenuti, richiesto a gran voce da anni anche dalle Acli regionali anche nell’ambito della Conferenza volontariato e giustizia ligure.
la Liguria era ormai unica regione italiana priva di questa importante figura di garanzia per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
Il dibattito è durato ben 13 anni e negli ultimi 5 la pressione delle Acli e delle altre associazioni del terzo settore era diventata via via più forte con l’approssimarsi della scadenza della legislatura, nel timore che anche il nuovo iter avviato nel 2015 finisse in un nulla di fatto.
“Siamo impegnati nei progetti di attività in carcere da più di un decennio – ricorda il presidente delle Acli della Liguria Davide Caviglia – attraverso la valorizzazione delle competenze delle persone in esecuzione penale sia per i servizi del Patronato che per definire quelle pratiche di cui altrimenti non potrebbero usufruire. Conosciamo dunque bene la situazione dei penitenziari e per questo da anni siamo in prima linea per l’istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure della libertà: si è trattato di una battaglia di civiltà che vedeva la Liguria incredibilmente priva di questa figura”.
“Le attività di sostegno ai percorsi individuali di inclusione sociale che noi realizziamo in carcere – spiega Chiara Volpato, responsabile del progetto carcere delle Acli della Liguria – tendono a mettere in grado chi vi si trova di esercitare diritti fondamentali delle persone, quali il diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione, a professare liberamente la propria religione, alla riservatezza, alla realizzazione della propria personalità. Quella del Garante sarà per noi una figura di riferimento“.
Tra i compiti fondamentali assegnati al Garante figura infatti proprio l’impegno a garantire che ai soggetti in condizioni di detenzione siano assicurate le prestazioni inerenti al diritto alla salute, all’istruzione, alla formazione professionale, al miglioramento della qualità della vita e ogni altra prestazione finalizzata al recupero, alla reintegrazione sociale e all’inserimento nel mondo del lavoro.
Il prolungamento della legislatura regionale a causa dell’emergenza coronavirus permetterebbe ora anche la nomina della figura che andrà eletta dal Consiglio regionale tra le persone di “comprovata competenza in materia di tutela dei diritti fondamentali“.