
Una delegazione delle Acli dell’Olanda è stata nei giorni scorsi ospite dell’università di Utrecht.
Il gruppo, composto da giovani italiani residenti nel Paese, è stato invitato dal docente Carlo Giordano nella sede di Janskerkhof nel quadro di una lezione del corso di comunicazione interculturale.
La delegazione delle Acli aveva il compito di offrire spunti per dei case-studies.
I case-studies proposti dai giovani delle Acli olandesi sono stati tre.
Il primo problema posto è stato quello delle incomprensioni linguistiche telefoniche tra i colleghi non neerlandofoni (gli unici che in alcuni casi possono rispondere in quel momento) e coloro che chiamano alle Acli o al Patronato Acli e parlano solo olandese.
Oltre all’impossibilità a dialogare, succede talvolta che chi risponde venga apostrofato: ovviamente questo problema va a discapito della qualità del lavoro.
Le Acli hanno chiesto agli studenti dell’università di Utrecht di capire se c’è un modo per impedire questa situazione.
Il secondo problema ha riguardato la percezione dell’Olanda da parte degli stranieri.
Molti arrivano in Olanda con l’idea che sia il paese dei balocchi e che si possano realizzare tutti i sogni con zero sforzi. Ma poi la realtà dei fatti è diversa e rimangono nei Paesi Bassi poco tempo, subendo delle cocenti delusioni.
La domanda posta agli studenti del corso di comunicazione interculturale è stata: “C’è un modo per informare le persone che hanno intenzione di venire in Olanda su come è esattamente la vita qui prima del loro arrivo?”.
L’ultimo case-study proposto riguarda la perdita della lingua italiana.
Molte famiglie miste decidono di non insegnare l’italiano ai loro figli, ma concentrarsi sull’inglese e olandese per motivi di integrazione e utilità.
Il quesito posto agli studenti ha riguardato in questo caso la necessità di far capire alle persone che le differenze culturali sono una ricchezza.
“Gli studenti dell’università di Utrecht – ha detto al termine dell’esperienza Palmina Pastore, una delle giovani delle Acli dell’Olanda – si sono mostrati molto interessati e hanno iniziato a lavorare al loro poster. A gennaio ritorneremo per vedere le loro presentazioni”.