Con un lungo articolo “La Civiltà Cattolica”, storica e prestigiosa rivista dei Gesuiti, nel n. 4081 in uscita il 4 luglio, ricostruisce il culto di Gesù Lavoratore, che tanta parte ha avuto nella storia delle Acli delle origini e altrettanta ne potrebbe avere nei tempi contemporanei.
Non a caso la rivista attinge proprio agli eventi del primo decennio delle Acli a cominciare da quel 1 maggio 1956 che vide gli imponenti raduni di Milano e Roma accomunati dal volo in elicottero, da piazza Duomo a piazza San Pietro, della famosa statua di Cristo Lavoratore.
L’articolo, a cura di padre Antonio Spadaro e Simone Sereni, nella ricostruzione degli eventi e del clima dell’epoca cita il sito Farebene ed il suo direttore.
Il testo integrale dell’articolo è disponibile QUI.
La rivista della Compagnia di Gesù, la più antica ancora attiva in lingua italiana e l’unica ad essere preventivamente approvata dalla Segreteria di Stato Vaticana, compie un interessante excursus sulla figura di Cristo Lavoratore a partire dagli anni ’50 e su come, da una parte con la profonda riflessione delle Acli e dall’altra con lo straordinario lavoro iconografico della Pro Civitate Christiana di Assisi, questa immagine abbia conquistato non solo un rilievo teologico ma anche un grande spazio nella devozione popolare.
Come spiegano gli autori, “è a quella devozione che oggi Francesco si riconnette, dandole vivacità, di fatto, e restituendole un senso forte. Gesù lavoratore è immagine che indica l’immersione di Dio nelle vicende umane, una incarnazione che accompagna l’azione dell’uomo e della donna che costruiscono il mondo”.
Un significato, questo, esplicitato già nelle prime immagini sacre e preghiere prodotte proprio dalle Acli sin dal 1945 e che abbiamo già parzialmente proposto in calce all’articolo “Gesù Divino Lavoratore: quando Pio XII non fece felici le Acli”.
“La Civiltà Cattolica” ricorda l’impegno dell’allora assistente ecclesiastico centrale delle Acli monsignor Luigi Civardi, autore di testi di approfondimento lucidi ed appassionati: “Oggi, più che mai, noi dobbiamo accendere tutte le lampade davanti al volto di Cristo solcato di sudore, alle sue mani coperte di calli, alla sua sacra persona cinta del grembiule dell’artigiano e china sul banco del lavoro”.
Aldilà della autorevole ricostruzione storica, il lavoro della rivista dei Gesuiti pone in primo piano come il tema del lavoro sia oggi centrale nel magistero papale
.
Basti citare la recente istituzione del Fondo “Gesù Divino Lavoratore” voluto da Francesco come vescovo di Roma “per richiamare la dignità del lavoro”, con uno stanziamento iniziale di 1 milione di euro alla Caritas diocesana.
“La Civiltà Cattolica” ricorda anche come, già in occasione della visita pastorale a Genova, nel suo incontro con il mondo del lavoro presso l’Ilva il 27 maggio 2017, il papa disse: “C’è sempre stata un’amicizia tra la Chiesa e il lavoro, a partire da Gesù Lavoratore. Dove c’è un lavoratore, lì c’è l’interesse e lo sguardo d’amore del Signore e della Chiesa. Penso che questo sia chiaro”.
L’istituzione del primo maggio cristiano, donato da Pio XII alle Acli nel 1955 per il decennale dell’associazione, fu una “riappropriazione” della festa del lavoro per i credenti di tutto il mondo. Allo stesso modo oggi le parole ed i gesti di Francesco, ricordati nel prezioso contributo della rivista, potrebbero essere occasione per una “riappropriazione” della figura e del significato di Gesù Lavoratore da parte delle Acli, che quel culto fortemente contribuirono ad animare e che ora potrebbe davvero tornare ad essere stella polare per l’azione associativa nel tormentato mondo del lavoro.