
Le Acli di Trento fanno appello alla Provincia autonoma affinché vengano scongiurati i ventilati tagli alle attività di cooperazione internazionale.
Le Acli hanno infatti appreso che la giunta provinciale vuole abolire l’obbligo di destinare lo 0,25% del bilancio della Provincia per la solidarietà internazionale.
“Si fa presente al Consiglio Provinciale – scrivono le Acli Trentine – che questa percentuale è legata al bilancio, per cui se vi saranno minori risorse complessive vi saranno anche minori risorse per la cooperazione internazionale”.
L’Italia ha firmato un accordo Onu in cui s’impegna a devolvere lo 0,7% del proprio bilancio.
“Si tratta, a ben guardare, – proseguono le Acli – di una restituzione di risorse a paesi un tempo colonizzati e/o sfruttati”.
I paesi nordici come Danimarca o Svezia danno ben oltre quanto siglato sfiorando l’1%. Il nostro paese, invece, sembra mirare a donare lo 0,35% (metà del promesso) entro il 2020. Percentuale comunque di rispetto per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
“La nostra piccola provincia – dicono le Acli di Trento – si differenzia dal resto d’Italia per la cooperazione con territori oltremare con particolare attenzione alle realtà da dove partono i migranti. Le centinaia di associazioni di solidarietà internazionale, diffuse in ogni dove in Trentino, tengono i collegamenti con altrettanti missionari e sono in grado di aiutare una popolazione che è pari alla popolazione residente in Trentino”.
“Nel promuovere istruzione, sanità, energia sostenibile, deforestazione, agricoltura, insomma, nell’“aiutarli a casa loro” – scrivono ancora le Acli nell’appello al Consiglio provinciale di Trento – sono impiegati in Trentino nelle diverse segreterie permanenti delle onlus più di 50 giovani trentini che, con la riduzione delle risorse provinciali, vedranno anche il proprio posto di lavoro a rischio”.
“Parimenti – proseguono le Acli – il taglio di risorse per l’integrazione dei migranti, che renderà più difficile e conflittuale la relazione, mette a rischio, come abbiamo sottolineato più volte assieme ai sindacati confederali, centinaia di posti di lavoro”.
Le Acli Trentine chiedono al Consiglio Provinciale di rivedere le politiche in tema sia di cooperazione internazionale (oltremare) che integrazione (in loco) e, nel contempo, invita la cittadinanza a sostenere le associazioni che si fanno carico di queste non sempre facili relazioni.