Le Acli di Roma lanciano la quinta edizione del concorso “Fotosocial“, promosso in collaborazione con il Circolo Acli “Pietra su Pietra” e con il supporto tecnico dell’associazione Graffiti, affiliata alle Acli di Roma.
Il tema scelto per questa edizione è quello del lavoro.
Il concorso “In che lavoro siamo?!”, con un punto interrogativo ed uno esclamativo, vuole esplorare a 360° il mondo del lavoro, a partire dai mestieri del momento, connessi alla rivoluzione digitale, fino a quelli tradizionali, come l’artigiano, il contadino, e il fornaio.
Il concorso vuole però, dall’altra parte, indagare l’emisfero della disoccupazione e del precariato.
Protagonisti del “Fotosocial 2019” saranno fotografi professionisti, non professionisti e instant.
Per partecipare basterà postare la propria foto sulla pagina ufficiale dell’evento di Facebook o sul proprio profilo Instagram, seguita dagli hashtag: #FotoSocialRoma, #AcliRoma, #InCheLavoroSiamo oppure inviarla via email all’indirizzo comunicazioneacliroma@gmail.com.
Il termine ultimo per inviare le fotografie è fissato per il 15 dicembre 2019.
Le prime 10 foto che otterranno più like su Facebook e Instagram verranno poi valutate e giudicate da una giuria di esperti.
In palio per il primo classificato un montepremi pari a 1.000 euro, di cui 500 euro da devolvere in beneficenza ad un’organizzazione sociale individuata dal vincitore.
Le foto finaliste inoltre, daranno vita a diverse mostre itineranti che si svolgeranno nella città di Roma.
“Il Fotosocial – spiega la presidente delle Acli di Roma Lidia Borzì – vuole raccontare con il linguaggio della fotografia, intesa come vera e propria forma d’arte, la bellezza e i valori del lavoro, a partire da quello manuale”.
“Ma – prosegue la Borzì – non ci fermiamo qui. Il Fotosocial punta l’obiettivo anche sulle accezioni più negative del lavoro, quello che ogni giorno ci impegniamo a contrastare, spesso precario, in nero e mercificato, che non offre né diritti né tutele e priva le persone della possibilità di pianificare progetti a lungo termine, diventando un’emergenza sociale“.