Le Acli provinciali di Cuneo si stringono ad Aldo Rolfi, figlio di Lidia Rolfi Beccaria, staffetta partigiana, deportata a Ravensbrück come prigioniera politica, per lo sfregio arrecato nei giorni scorsi alla sua casa di Mondovì, segno di razzismo e violenza.
“L’atto incivile e vergognoso, nella settimana in cui ricorre la “Giornata della memoria” – scrivono le Acli di Cuneo – scuote le coscienze, ricordando che non dobbiamo mai abbassare la guardia e che occorre continuare a combattere con le armi della civiltà e della democrazia, per assicurare alle giovani generazioni una società che sappia imparare la lezione della storia”.
Le Acli rimarcano con forza la necessità di una riflessione comune, che impegni tutte le forze politiche a far sì che il dialogo e il rispetto dell’altro siano al primo posto, che il confronto tra le idee sia civile, che si abbandonino i toni del disprezzo e dell’offesa gratuita che alimentano la violenza, il razzismo e l’odio sociale.
“La responsabilità di chi detiene il potere o occupa ruoli di rilievo – prosegue l’associazione – è altissima e l’esempio dato ai cittadini da coloro che li rappresentano a vari livelli deve essere il più possibile coerente con gli ideali della democrazia, della correttezza, della pace e del rispetto per gli altri”.
“L’intera comunità – concludono le Acli di Cuneo – deve assumersi il compito di educare, in primis la politica, la scuola e i mezzi di comunicazione; anche le associazioni devono fare la loro parte e in questo le Acli si impegnano da sempre e da oggi ancor di più, per contribuire a creare una società in cui al primo posto ci siano le persone e in cui non venga mai meno il rispetto per gli altri e la ricerca del bene di tutti, contro ogni forma di razzismo e di intolleranza”.
Alla solidarietà delle Acli di Cuneo si è aggiunta anche quella delle Acli del Piemonte.