Se l’emergenza Coronavirus dovesse richiedere la chiusura delle scuole anche nella prossima settimana, le Acli di Bologna si attiveranno per l’apertura di un asilo aziendale provvisorio a disposizione dei dipendenti con figli.
Lo ha annunciato il presidente provinciale Filippo Diaco, raccogliendo le voci di disagio che arrivano da chi, con il fermo all’attività scolastica, non sa a chi affidare i propri bambini e non si trova in una situazione in cui è facile attivare forme di smartworking.
“Lo smartworking non si improvvisa – spiega il presidente delle Acli di Bologna – ed anche i nostri dipendenti sono stati messi in difficoltà dalla chiusura delle scuole dal momento che le mamme di bambini in età scolare rappresentano quasi il 70% del nostro personale“.
E’ bastato lanciare la proposta che i volontari per attivare l’asilo provvisorio si sono subito fatti avanti, eventualmente anche per allargare il supporto ad altre mamme lavoratrici in difficoltà.
In attesa di vedere gli sviluppi della situazione, le Acli di Bologna hanno intanto attivato due postazioni di smartworking, per due lavoratrici madri che avevano già sperimentato questa modalità di lavoro al rientro dalla maternità.
“Si tratta di persone – spiega Diaco – già formate allo smartworking, una forma di lavoro che, anche in presenza di deroghe di legge, richiede opportuni accorgimenti“.
Restano infatti in primo piano anche le esigenze dell’utenza, a cui il servizio deve essere garantito in modi e tempi adeguati.
“Fra l’altro – continua il presidente delle Acli di Bologna – bisogna bisogna tenere conto che questa modalità di lavoro privilegia chi ha già molte tutele, sia contrattuali, sia perché svolge mansioni di back office. Ci sono gli operatori di sportello, i fattorini, i precari, gli operai dei reparti produttivi che non possono usufruirne e di questo va tenuto conto”.