Per “I libri di Molte Fedi” le Acli di Bergamo hanno pubblicato il testo “Un guardare profondo” dedicato alla figura di Vincenzo Bonandrini, presidente delle Acli di Bergamo negli anni ’80 e dirigente nazionale dell’associazione, scomparso nel maggio del 1994.
Il lavoro, curato da Maurizio Noris, Valter Tarchini e Ivo Lizzola, a venticinque anni dalla morte ricorda Bonandrini ponendo l’accento sul suo insegnamento e sulla sua profonda dimensione formativa.
Vincenzo Bonandrini nasce a Casnigo nel 1944. Laureato in sociologia, inizia l’attività professionale nei servizi socio-sanitari.
Nel 1981 è eletto presidente provinciale delle Acli di Bergamo che, con lui, diventano riferimento per gruppi e associazioni di volontariato e per le prime esperienze di comunità di accoglienza e di cooperazione sociale.
Nel 1988 entra nella presidenza nazionale delle Acli e assume la funzione della formazione ma nel 1991 lascia Roma e diviene presidente dell’Enaip Lombardia, che accompagna in importanti processi di innovazione.
Divenuto uno dei coordinatori provinciali del nascente Partito Popolare, nel marzo 1994 viene eletto Senatore della Repubblica.
Muore a Casnigo il 19 maggio 1994.
“Quante volte – scrive il presidente delle Acli di Bergamo Daniele Rocchetti – mi è capitato, in questi anni, di ritrovare, dentro l’azione di tanti aclisti bergamaschi, lo “stile” di Vincenzo! Fatto di ascolto e di cura dell’altro e del mondo che si abita. Permeato di un “noi”, intreccio fecondo di grandi e piccole storie comunitarie, di tante narrazioni”.
“Chi l’ha conosciuto – prosegue Rocchetti – lo racconta così: capace di vedere nel particolare il senso del tutto. Di cogliere dentro l’accadere della cronaca le trame della storia. Artigiano di un “guardare profondo” e dunque esperto di quell’attenzione che, secondo Simone Weil, è più dell’ascolto ma, piuttosto, è la capacità di cogliere ciò che sta nascendo nell’altro”.
“Creatività, profondità, curiosità, sensibilità, spiritualità – ricorda Maurizio Noris, uno degli autori del libro – sono alcune caratteristiche della persona Vincenzo Bonandrini, espresse nei diversi ruoli e responsabilità e nelle tante opere che ha contribuito a realizzare. Non da solo, ma sempre in una compagnia ricercata, sostenuta e valorizzata, perché vedeva nella dimensione sociale la condizione e l’esito delle relazioni e delle realizzazioni”.
“Una socialità – continua Noris – sempre aperta alla diversità, alla divergenza e alla valorizzazione dell’imprevisto che può far scoprire e riscoprire”.
Per le Acli di Bergamo e per tutti quelli che lo hanno conosciuto, a 25 anni dalla sua morte, Vincenzo Bonandrini è ancora sempre presente.