Ricorrono oggi i settant’anni dalla scomparsa di Giuseppe Fanin, Segretario provinciale delle Acli Terra di Bologna, aggredito la notte del 4 novembre 1948 da tre militanti comunisti e morto senza più riprendere conoscenza poche ore dopo.
Il delitto, accaduto a San Giovanni in Persiceto, fu diretta conseguenza delle tensioni provocate dalla rottura dell’unità sindacale e dalla costituzione della Libera Cgil ad opera delle Acli e della corrente cristiana della Cgil unitaria.
Le indagini individuarono rapidamente i responsabili: il Segretario della sezione del Pci di San Giovanni finì per confessare di essere il mandante e indicò i tre esecutori materiali del delitto.
Fanin, a soli 24 anni, si era già distinto per una grande capacità di aggregazione tra i lavoratori e per una fede fervente praticata nel mondo operaio.
I primi accorsi dopo l’aggressione gli troveranno in mano la corona del rosario, che era solito recitare mentre pedalava tornando a casa.
A Fanin furono dedicati al tempo numerosi circoli Acli e alcuni sopravvivono ancora oggi.
Proclamato Servo di Dio nel 1988, è ora in corso la causa di beatificazione.
Sul luogo della sua brutale aggressione, la via Biancolina, un cippo ne ricorda il sacrificio con queste parole: “La strada bagnata dal sangue porta sicura alla meta”.
In occasione del settantesimo anniversario dalla morte di Fanin, il Comune di Persiceto e la Diocesi di Bologna hanno promosso una serie di iniziative a lui dedicate.
Il 3 novembre si è tenuto l’incontro aperto alla cittadinanza “Lavoro giusto, lavoro buono” con Monsignor Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Marco Mescolini, Procuratore capo di Reggio Emilia.
Nell’occasione è stato proiettato in anteprima il film dedicato a Fanin “I migliori anni della nostra vita”.
Domenica 4 novembre, presso la Chiesa di San Giacomo di Lorenzatico, si è tenuta la Messa presieduta da monsignor Zuppi a cui è seguita l’inaugurazione della mostra permanente dedicata al sindacalista persicetano.